Prima parte qui: https://lamiasiria.wordpress.com/2017/01/26/e-cosi-mi-ritrovai-avvolta-da-un-velo-prima-parte/
Roma, gennaio 2011. Mi sentivo spaesata, confusa, avevo difficoltà ad esprimermi in italiano, la mia lingua madre. Avevo indossato un velo bianco e un cappotto lilla lungo, come mi aveva consigliato la mia cara coinquilina di Damasco; volevo essere radiosa e bella, per la mia mamma soprattutto, così mi truccai leggermente, sperando che avesse apprezzato. La mia famiglia mi accolse all’aeroporto con grande calore; sembravano sollevati dopo una lunga ed estenuante attesa durata quattro mesi. Non mi ero mai allontanata da casa per tanto a lungo prima di allora … casa … non sapevo più quale fosse la mia casa. E soprattutto: chi ero io?
Avellino – Napoli, febbraio – giugno 2011. La domanda più importante era diventata: “da dove vieni?” A questa seguiva spesso una sorta di interrogatorio, come se fossi colpevole, come se dovessi giustificarmi per qualcosa…molti si aspettavano da me risposte su ogni genere di argomento relativo all’islam. Qualcuno, considerandomi “una povera immigrata” mi mostrava solidarietà di circostanza, rivolgendosi a me dolcemente, parlando in un italiano semplificato e poi, di colpo, una volta svelata la verità, diventavo una traditrice, una pazza, una possibile terrorista…
Alcuni mi consigliarono di abbandonare il mio velo, per evitare questi piccoli fastidi . Io me ne stavo in silenzio, in pace, rispondevo con dolcezza e andavo dritta per la mia strada. Limitavo molto i miei contatti con il mondo esterno e in particolare tenevo alla larga gli uomini, tentando di nascondermi il più possibile. Speravo di laurearmi presto e di tornare nella mia amata Siria, dove avrei potuto imparare bene l’arabo e praticare la mia religione in pace.
Il velo rappresentava, in quel periodo, il mio legame con la Siria, in particolare con le donne che avevo incontrato lì e che mi avevano aiutato a riscoprire la femminilità e la fede in un modo inconsueto. Laggiù ci sono tornata solo con il cuore e con la mente; più mi mancava e più il mio velo restava saldo sulla testa. Svelarmi avrebbe spezzato il mio legame con quella terra, che, ho impiegato anni a comprenderlo, più di ogni altra cosa mi aveva insegnato la Bellezza …
Continua…