Seconda parte qui: https://lamiasiria.wordpress.com/2017/02/03/e-cosi-mi-ritrovai-avvolta-da-un-velo-seconda-parte/
Ferrara-Bologna, giugno 2011. Fu in occasione del matrimonio dei bellissimi L. e Y. che conobbi per la prima volta l’Islam italiano. Mi accorsi di aver passato troppo tempo a conoscere i musulmani dai libri e che quello che avevo visto in Siria, per quanto prezioso, era solo una piccola parte del variegato mondo dell’islam. Mentre accompagnavo una delle damigelle in giro per Ferrara, a fare le ultime compere prima del gran giorno, scoprii con mia sorpresa che sì, potevo essere musulmana e indossare jeans e ballerine! Al matrimonio fui circondata da un tripudio di colori, musica, danza, buon cibo, risate, tanto calore e scoprii che potevo essere musulmana ed elegante, che non c’era alcuna necessità di reprimere la mia bellezza. A. e S. mi insegnarono che avevo il diritto di laurearmi, avere tanta passione per la mia ricerca, essere socialmente impegnata, occuparmi di politica, e allo stesso tempo portare il velo e avere un marito amorevole, che mi avrebbe compresa e sostenuta. Mentre passeggiavo con M., il giorno prima di partire, imparai a non sentirmi in colpa per essermi innamorata di un ateo, ma di confidare nella Misericordia di Dio, sempre. E improvvisamente i cespugli intorno a noi si riempirono di lucciole, rendendo quella serata magica e indimenticabile.
Avellino-Napoli, maggio-giugno 2012. Il velo come segreto da celare a tutti gli uomini tranne loro: gli uomini della mia vita. I miei familiari e soprattutto lui, l’uomo con cui speravo di intraprendere “un viaggio imprevisto, lontano dal solito itinerario costretto alla morsa dell’abitudine”* Solo lui aveva il privilegio di conoscere la mia essenza e così quella relazione diventava unica, speciale, esclusiva e con il mio velo sentivo di proteggere quell’amore dalla rovina. Per qualche motivo mi ritrovavo spesso a vestire i panni della moglie devota e mi piaceva tanto, perché sentivo di assomigliare alle donne della mia famiglia, alle donne del sud, soprattutto quelle del paesino di mia nonna Rosa, di cui per metà porto il nome, solo per metà appunto.
Avellino, febbraio-maggio 2013. Poco alla volta ritornai la Rosanna di sempre, quella dell’associazione cinematografica, quella impegnata in politica, quella dei concerti rock, quella che conosce tutta Avellino… Ancora una volta fu la Siria a spingermi fuori di casa: la mia Siria in guerra, oscurata, deturpata e violentata. Proiezioni di documentari, mostre, cene sociali, conferenze, raccolta fondi: cercammo, io con l’aiuto di persone preziose, di fare del nostro meglio per non dimenticare la Siria. Non avevo perso i miei contatti: amici e conoscenti erano sempre lì pronti a collaborare e mi guardavano come avevano sempre fatto. Il velo non aveva cambiato la stima e l’affetto che avevano per me e ciò mi fu confermato quando mi proposero di candidarmi per il consiglio comunale. La prima italiana, convertita all’islam a presentarsi velata ad una competizione elettorale! (vedi qui: http://win.ilciriaco.it/comuni/news/news/?news=31126&cat=8 )
* cit. Elettra, Carmen Consoli.
Continua….