Una poesia dal titolo familiare, di seguito la traduzione italiana di “My Syria” di Francesca Scalinci, a seguire l’originale inglese e la traduzione araba a cura di Yassin Al-Haj Saleh)
La mia Siria
La mia Siria non è
solo un luogo sulla mappa
Né nomi di posti visti solo in sogno
Daraa, Dimashq, Homs, Hama, Halab
O meglio, la mia Siria
È su una mappa
Di dolore invisibile
Che si stende da oceano a oceano
Da polo a polo
La mia Siria
Si rialza Sempre
Raccoglie la dignità
Ingoia gli affanni
E si mette a lavoro
La mia Siria è il sorriso
Di ogni amico stretto tra le braccia
Brandelli di cuore qua e là sparsi
Familiari scomparsi
Come arti fantasma doloranti
La mia Siria dice: Alhamdulillah
Sia lodato Iddio
Sebbene dal cielo
Piova sangue
E non più pioggia
Così grave il dolore
Da crepare le ossa e spezzarle
Una ad una finché nulla rimane
La mia Siria
è negli occhi di chi in ogni angolo di questa terra
ricostruisce la vita mattone su mattone
Lacrima su lacrima su lacrima
La mia Siria piange e muore inascoltata
fiore schiacciato dal peso di un silenzio codardo,
Voce soffocata di chi più non è
O più non si trova
La voce del prigioniero
Ma la mia Siria è lotta per libertà, dignità e giustizia
E la mia Siria sorride e dice:
Le vedi queste ceneri?
Da queste ceneri risorgerò
Da queste ceneri rivivrò
Con queste ceneri chi sono
Ti mostrerò
Poi mi guarda negli occhi e dice:
Lo vedi questo sangue?
Lo vedi?
Questo sangue che mi inzuppa vesti, anima e mani?
Ne farò oro e gelsomino
L’autrice Francesca Scalinci, è dottore di ricerca in Studi anglo-americani (Università Ca’ Foscari di Venezia), in studi postcoloniali e letterature anglofone. A lungo si è occupata di Caraibi per passare negli ultimi anni, catturata quasi da un richiamo ancestrale, al Mediterraneo. Ha scritto di narrativa di “guerra” di Cipro, Libano e Palestina. Oltre alle pubblicazioni accademiche, scrive racconti per bambini e ragazzi, e poesie quasi sempre in inglese. Nel 2013, inizialmente attraverso la strada del volontariato, si avvicina alla Siria. “Ogni siriano che conoscevo faceva crescere in me l’amore e il rispetto per questo popolo. Ho sentito dunque la necessità di conoscere più approfonditamente la storia siriana, passando presto dal volontariato all’attivismo.”Io, che in Siria non sono mai stata, escluso il Jawlan occupato, amo profondamente questo paese e questo popolo.” racconta Francesca. Al momento è impegnata in un progetto di scrittura, ancora in nuce, riguardante proprio la Siria. Alla Siria sono anche dedicate due poesie a cui tengo molto: “I Am No Syrian Woman” e appunto “My Syria” (di seguito il testo originale inglese e la traduzione araba di Yassin Al-Haj Saleh)
My Syria
My Syria is not
Just a place on the map
It’s not just the name of places
I’ve only seen in my dreams
Daraa, Dimashq, Homs, Hama,Halab
My Syria lies on a map
Of invisible pain
Stretching from ocean to ocean
From pole to pole
My Syria
Always gets back on her feet
She collects her dignity
Swallows her sorrows
And goes back to work
My Syria is the smile
Of every friend
I’ve held in my arms
Heart scattered around
Missing family members
Like aching phantom limbs
My Syria says
Alhamdulillah, praise be to God
Even when the sky’s dripping blood
Instead of rain
And so unbearable is the pain
That bones start cracking
One after the other
Until nothing whole is left
My Syria’s in the eyes of those who
In every corner of the world
Rebuild life
Brick by brick by brick
Tear after tear after tear
My Syria dies and cries
But goes unheard
It’s a flower crushed
Under the numbing silence
Of the coward
It’s the silenced voice of those
Who are no more
Or are nowhere to be found
But my Syria is struggle
For freedom, dignity and justice
And my Syria smiles and says
From these ashes I will rise
From these ashes I will live again
My Syria says, I will show you who I am
My Syria looks me in the eyes and says
You see this blood,
This blood covering my clothes?
I will turn it into jasmine and gold
سوريتي
سوريتي ليست مجرد مكان على الخريطة
ليست مجرد اسم لأمكنة
رأيتها في أحلامي: درعا، دمشق، حمص، حماه، حلب
سوريتي هي هناك على خريطة من الألم غير المرئي
تمتد من المحيط إلى المحيط
من القطب إلى القطب
سوريتي تقف على قدميها بعد أن تقع
تسترجع كرامتها
تبتلع أحزانها
وتعود إلى العمل
سوريتي هي ابتسامة كل صديق عانقته بين ذراعي
قلبه متناثر هنا وهناك
بين أفراد العائلة المفقودين
مثل وجع باقٍ لأطراف مبتورة
سوريتي تقول: الحمد لله!
حتى حين تقطر السماء دماً بدل المطر
وحين الألم لا يطاق
وحين تشرع العظام تطقطق
واحداً بعد الآخر
حتى لا يبقى بينها ما هو سليم
سوريتي هناك في عيون أولئك الذين في كل أصقاع العالم
يعيدون بناء الحياة
لبنة بعد لبنة بعد لبنة
دمعة بعد دمعة بعد دمعة
سوريتي تموت وتصرخ
لكن صوت صراخها لا يُسمع
إنها زهرة سحقت
تحت ثقل صمت مخدر
صمت الجبناء
إنها صوت أولئك الذين لم يعد يمكن العثور عليهم
لم يعودوا في أي مكان
لكن سوريتي هي كفاحٌ من أجل الحرية، الكرامة، والعدالة
سوريتي تبتسم وتقول
سوف أنهض من وسط هذا الرماد
ومن وسط هذا الرماد سأنبعث
سوريتي تقول: سوف أريكم من أنا
سوريتي تنظر إلي في العينين مباشرة، وتقول: أترين هذا الدم
الذي يغطي ثيابي؟
سوف أجعل منه ياسميناً وذهبا