Perchè studio l’arabo? Le risposte di Claudia Raudha Tröbinger

Sfogliare le pagine del libro di Claudia Raudha Tröbinger è come sfogliare di nascosto il diario segreto di tua sorella o della tua migliore amica e sorridere un po’ più del solito quando qualcosa risuona. Il libro Perché studio l’arabo? è intriso di rispetto già dalla sua forma: il formato a calendario a muro, come spiega l’autrice, permette una lettura parallela delle due lingue senza tradimenti, perché Claudia Raudha con l’arabo ha un rapporto di parità. Ogni pagina in arabo e in italiano racconta di uno studio attento, paziente e soprattutto accompagnato da guide qualificate. Il libro comincia con pagine di dediche a tutti coloro che hanno affiancato l’autrice nel percorso di apprendimento di questa straordinaria lingua. Dalla maestra delle elementari alle amiche e familiari, Claudia Raudha riconosce in ogni essere vivente che ha incrociato sul suo cammino una maestro per la sua crescita. Anche le esperienze, le citazioni sono incorniciate da un profondo sentimento di gratitudine. Attraverso queste pagine Claudia Raudha racconta di un percorso di studio tortuoso, di gioie e di sconfitte, di soddisfazioni e delusioni. Tenacia e pazienza l’attraversano e rendono viva la fiamma della passione per una cultura e una lingua che come succede quando ci innamoriamo sono le più belle del mondo. “Come l’arabo nessuno mai,” sembra leggere in ogni pagina. Claudia Raudha racconta di una storia di fedeltà: non ha infatti tradito l’arabo imparando a leggere da maldestre trascrizioni in caratteri latini, non lo ha tradito pensando di poterlo studiare senza il consiglio saggio di un maestro, non lo ha tradito usandolo come medaglia o per vantarsi. Le risposte alla domanda “perché studio l’arabo?” giungono a pagina 107, perché l’autrice immersa nello spirito della lingua araba invita il lettore ad uno sforzo di pazienza, di dolce attesa, di lentezza con distacco dal risultato.

Il libro di Claudia Raudha Tröbinger

“La imparo per dimenticarla e rimpararla, dimenticarla ancora, impararla di nuovo e così via finché il dimenticarla non mi sarà più possibile.”  Questa è una delle risposte, una di quelle pagine in cui ho detto “ecco questa avrei potuta scriverla io”. Il cammino dello studio della lingua araba è iniziato per me 13 anni fa, non è finito, perché oggi la responsabilità dell’insegnamento mi impone preparazione e diligenza. Non è finito perché non potrei vivere senza, non è finito perché è il miglior allenamento all’umiltà e alla pazienza che ho trovato in questa vita. Lo studio dell’arabo è un viaggio dell’anima alla scoperta di noi stessi dentro e fuori i confini che immaginiamo. Con l’autrice Claudia Raudha le risonanze sono molte, prima di tutto la Siria e altri luoghi del cuore. Anche lei conosce diverse lingue, in particolare il tedesco con cui è cresciuta essendo sudtirolese, eppure trova nell’arabo qualcosa di speciale che spiega bene nella spontaneità di questo libro-diario che custodisco come una gemma preziosa.

Dalla Campania alla Germania: primo tour di presentazioni

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Da poco tornata da Heidelberg, città che mi ha ospitato per quattro intensi anni, e che ora mi accoglie per presentare “La mia Siria” nell’ambito del Festival di Cultura Italiana organizzato dall’associazione Volare. Con me Nouruz, uno dei protagonisti del libro, che ha generosamente condiviso i suoi ricordi con noi. Dall’uscita del libro a gennaio è stato un susseguirsi di emozi

oni e incontri. Abbiamo debuttato ad Avellino il 17 febbraio, al Godot Art Bistrot di Luca Caserta, un luogo che per anni è stato la mia casa, un angolo prezioso della mia città natale. Ancora ad Avellino affiancata dal professor Carlo de Angelo e sostenuta dal gruppo Entreprise, abbiamo discusso di storia, di narrazioni, di Siria prima e dopo il 2011. Un grande onore ed emozione incontrare i ragazzi dell’Orientale di Napoli, università dalla quale sono partita per il mio viaggio oltre i confini. A marzo io e l’attivista Milena Annunziata, siamo stati ospiti dell’Officina Gomitoli di Napoli per ricordare della rivoluzione, quella dei siriani pacificamente scesi in piazza nel 2011. Ad aprile di nuovo ad Avellino abbiamo raccontato La mia Siria ai più piccoli, all’Angolo delle Storie di Consiglia Aquino. Grande privilegio ed emozione incontrare ragazzi e ragazze curiosi e vivi nel breve tour di presentazioni per le scuole ad Avellino e Ariano Irpino. Ancora in Campania, siamo stati ospiti del Kinetta Spazio Labus di Chiara Rigione. Sempre al mio fianco loro: gli amici dell’associazione culturale Vernicefresca Teatro, che hanno accompagnato quasi tutte le presentazioni sopra elencate. Vernicefresca è molto di più che una compagnia teatrale e i nostri destini sono legati da tante trame intrecciate … ve lo racconterò strada facendo. Da ora il blog e la pagina Facebook prendono una bella pausa estiva, per lavorare a nuove idee, sorprese e per accompagnarvi meglio nei prossimi viaggi!

 

 

 

La mia Siria – Il libro

A fine gennaio esce il libro “La mia Siria – l’umanità che resiste” pubblicato da Villaggio Maori Edizioni. Vi racconto com’è nato…

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Ho aperto il blog nel 2013, mi ero da poco trasferita in Germania e l’ideale della fantastica vita all’estero si era ormai sgretolato. Mi mancava l’Italia e la Siria mi sembrava più lontana da lassù. Soprattutto non riuscivo a trovare spazio per manifestare la mia solidarietà, come facevo in Italia. Ho aperto il blog, perché avevo paura di dimenticarla e nel terrore che la Siria fosse ricordata solo per gli orrori della guerra. Inizialmente ho pubblicato qualche ricordo, e poi ho invitato anche qualche amico a scrivere della sua Siria. Con il passare del tempo, però, non riuscivo più a guardare le immagini e a leggere le notizie che provenivano da quei giornalisti e persone comuni che coraggiosamente si sforzavano di documentare la verità. Dall’altro lato assistevo impotente al silenzio, l’indifferenza e la gravissima disinformazione che i media più seguiti diffondevano. Così ho mollato, ho cercato di dimenticare la Siria e vivere la mia vita normalmente, tanto non avrei potuto cambiare nulla. Un giorno, nel 2015, mi trovavo in un albergo in Puglia. La receptionist per caso finì sul mio blog e mi chiese: “sei tu l’autrice di questo?” e mi mostro lo schermo del suo smartphone aperto su questa pagina. “Sì” risposi sorpresa, “ma non lo curo tanto”. “Che bello, io lo leggo spesso, ma dov’è il libro?” Ecco mai avrei pensato che due anni dopo sarebbe arrivato quel giorno. Intanto la Siria mi inseguiva tra le strade di Mannheim e Heidelberg, dove quasi ogni giorno qualche siriano o siriana mi chiedeva informazioni. Mi inseguiva attraverso i ragazzi sopravvissuti alle prigioni del regime, ai sorrisi dei bambini del campo profughi Patrick Henry Village. Poi un giorno Natasha Puglisi di Villaggio Maori Edizioni capita sul mio blog e mi propone di scrivere un libro su “la mia Siria”. Insomma certi luoghi ti entrano dentro e non ti abbandonano mai… Da quel giorno è cominciato il mio viaggio nel passato, nel presente e nel futuro per raccontare la Siria, attraverso le persone che l’hanno conosciuta prima e dopo il disastro umanitario. Non è stato semplice, e spesso ho pensato di mollare, ma allo stesso tempo mi ha rimesso in pace con me stessa, con il mio dolore. Ha segnato l’inizio di nuove e preziose relazioni, perché in fondo la Siria per me sono le persone che me la ricordano, è l’umanità che resiste nonostante tutto.

Scheda del libro qui:

http://www.villaggiomaori.com/store/Rosanna-Sirignano-La-mia-Siria-p100045194