La settimana scorsa un piccolo gioiello è approdato nella provincia irpina. Grazie a Nicola Mariconda, al suo sforzo costante di mantenere viva la passione per il teatro, alla sua dedizione a lavorare ogni giorno per contribuire alla crescita umana del suo territorio, riceviamo un dono prezioso. La Bottega del Sottoscala, sede dell’Associazione G&D show, di cui Nicola è presidente, è un luogo che racconta di sogni, di relazioni, di duro lavoro, di apertura a tante forme d’arte, un piccolo teatro accogliente nel comune di S. Michele di Serino (Av). In scena il 19 e 20 gennaio Marius Bizău, accompagnato dalla musica dal vivo e dalla coinvolgente simpatia del polistrumentista Daniele Ercoli con la regia di Lorenzo di Matteo, che ha scritto il testo “Drumul – la strada”, una narrazione autobiografica dell’attore Bizău. Con grande disinvoltura, precisione e delicatezza dei movimenti Marius Bizău interpreta se stesso, ripercorrendo i momenti salienti della sua vita in ordine cronologico: dalla sua nascita nel 1983 al momento della piena realizzazione di se stesso, quando comincia il percorso di formazione come attore presso l’Accademia di Arte Drammatica Silvio D’Amico. Marius ci racconta dell’Europa ai margini del pensiero e dell’interesse di molti, l’Europa balcanica, attraversata da guerre, sofferenze e oppressioni. Sin da subito emerge la possente figura materna, una donna apparentemente dura, ma dal cuore tenero, una donna che sopporta con dignità la violenza del marito, colpo dopo colpo, livido dopo livido, una donna che resta in piedi nonostante tutto, una mamma mediterranea. A volte l’attore interpone frasi e parole in rumeno, e subito ci ricordiamo che è una lingua neolatina, come la nostra, dal suono abbastanza familiare. Nel distacco apparente e nella fermezza con cui Marius scandisce ogni parola, si annida il profondo dolore che un tempo lo ha devastato, ma che ora è la sua più grande fonte di energia. Daniele Ercoli circondato dai suoi strumenti lo segue con sguardo dolce e attento, è lì pronto a sostenerlo e ad entrare in contatto con le sue ferite, alleviate dal suono della sua musica. Parola dopo parola cresce la potenza del racconto individuale, delle storie di vita, che spesso ci trasmettono molto di più che decine di libri. Attraverso il racconto di Marius riflettiamo sul dramma delle migrazioni, dei distacchi forzati, a poco a poco sgretoliamo i pregiudizi nei confronti dello “straniero”, dell’ “altro” percepito come diverso e pericoloso. Ci accorgiamo della grande ricchezza culturale e umana che persone appartenenti a diversi mondi hanno portato nel nostro paese. Mettiamo in discussione il nostro senso di appartenenza e il nostro concetto di identità. Marius parla un elegante e soave italiano, che suona come una piacevole melodia alle orecchie dello spettatore: sì, perché costruirsi un’altra appartenenza, appropriarsi di un altro modello culturale è un diritto di tutti. In Italia, Marius scopre il suo talento e la strada che deve seguire per essere felice, e così con disciplina, duro lavoro, costanza e fiducia si incammina verso un percorso di formazione che lo porterà lì dove è adesso. Al termine dello spettacolo scopro che Marius è legato da un sentimento di amicizia a Nicola Mariconda, che commosso ringrazia il pubblico. Io gli parlo della mia Siria, delle difficoltà della comunità islamica in Italia. Lorenzo di Matteo, racconta di come ha costruito il testo a partire dai racconti di Marius e sua madre, Daniele Ercoli ci intrattiene con buffi racconti sulla comunità rumena a Roma. “Sono salva!” penso, il mondo in cui vivo e le persone di cui mi circondo fanno parte di quell’umanità che (r)esiste!
