Buongiorno Siria!

agony Khaldoun Azzam
E così un bel giorno la bacheca di Facebook si riempie di hashtag per la Siria e di foto di persone che si tappano la bocca, per protesta contro gli attacchi chimici di un tale Hassad o Hassan, ah no…Assad, in una terra lontana chiamata Siria, ma che potrebbe essere la Libia, l’Iraq, che importa? È uguale. Uno di quei paesi là, in Medio Oriente, o in Africa, dove la gente soffre, ma non tanto, perché è abituata. Ma siamo sicuri che ci dispiace per la gente? Sì, soprattutto se sono bambini innocenti, che nulla hanno a che fare con questo disastro, che ci inteneriscono, come le foto di cuccioli di cagnolini e gattini, uguale. Peccato per loro che sono nati nella parte del mondo sbagliata! Noi invece sì che siamo fortunati, privilegiati, possiamo dormire sonni tranquilli, siamo in pace e ce lo siamo meritato, perché non siamo barbari come quelli lì… ma chi sono quelli? Ah sì i siriani, la Siria….. e dove si trova esattamente? Fouad Roueiha, giornalista italo-siriano, dalla sua pagina Huna Souria il 12 aprile scrive in un “post lungo, e farcito di turpiloquio, uno sfogo”*: “Ma voi, voi che state sempre zitti e ve ne fottete, con che faccia ora state lì a commentare con aria grave il “rischio” di una guerra?… I siriani muoiono col gas, poverini…. ma […] le armi chimiche hanno ucciso meno dell’1 per 1000 delle vittime civili, perché morire sotto un barile bomba o un missile russo dovrebbe essere meno grave, generare meno empatia? Perché un assedio mortale durato anni ed i bambini che muoiono di fame davanti agli occhi del mondo non meritano indignazione, mentre un attacco chimico o 4 […] cruiser americani mettono in allarme tutti? Perché decine di migliaia di donne e uomini morti di tortura, lentamente, umiliat* e stuprat* non ci interessano mentre quelli morti in pochi minuti per il sarin si`? Perché centinaia di attacchi col gas cloro non valgono un solo attacco col sarin? Perché una bomba di Erdogan sui curdi fa più rumore di 6 anni di bombardamenti di Assad su civili arabi?” La triste verità è che la maggior parte delle persone che ha dedicato un post o un commento sulla Siria in questi giorni non saprebbe come rispondere ad alcuna di queste domande. Peggio ancora, non sa neanche lontanamente di cosa parla Fouad e si atteggia ad esperta di Medio Oriente, temendo “un altro Iraq o un’altra Libia”, mostrando una spaventosa superficialità ignorando che il mondo è molto più complesso. Fouad è solo una delle persone che in questi anni ha cercato di far conoscere la situazione del suo paese in modo onesto e ha lavorato per costruire una solidarietà con il popolo siriano. È dunque apprezzabile che si moltiplichino post e foto dedicati alla Siria, purché siano delle azioni vere, sincere. Allora chiediamoci: perché lo sto scrivendo? Perché tanto fanno tutti così? L’ho deciso io o la tv? M’importa davvero dei siriani? Ho gli strumenti necessari per effettuare analisi e schierarmi da una parte o dall’altra? Insomma, la solidarietà e l’appoggio per una causa si costruiscono giorno per giorno e si comincia con la conoscenza. Altrimenti è tutto maledettamente finto!
Immagine: “Agony” opera di Kaldun, fonte: Art2defy

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