E così mi liberai dal velo… (prima parte)

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Heidelberg, maggio 2014. Era ormai trascorso quasi un anno da quando, per inseguire la mia passione, nella speranza di trovare condizioni migliori e di costruire qualcosa di importante, solido e duraturo, avevo lasciato il mio amato Sud. In Germania era piuttosto semplice circondarsi di musulmani, che soprattutto a Mannheim, dove vivevo, erano ovunque. Frequentavo un paio di moschee, dove avevo la possibilità di parlare l’ arabo e di migliorare la pratica religiosa. Qui il mio velo passava piuttosto inosservato e non avevo quasi mai la necessità di spiegare agli uomini che non dovevano stringermi la mano. Mantenevo una certa distanza anche con il mio capo, che un giorno, con mia grande sorpresa, mi consigliò di “smetterla di recitare la parte”. Non capii bene a cosa alludeva, fu lei a spiegarmelo, il mio raggio di sole nelle grigie giornate di Heidelberg…

Palermo, giugno 2015. Lascio che sia lei a raccontare: “Rosanna è stata la prima ragazza italiana che ho conosciuto ad Heidelberg, poco più di un anno fa. Ci siamo ritrovate in una mailing list comune dell’Università e vedendo il suo nome italiano le ho scritto una mail per invitarla per un caffè. Quando ci siamo incontrate non nascondo lo stupore che ho provato nel trovarmi davanti ad una ragazza che, con il suo marcato accento campano e uno splendido sorriso, portava il velo, il suo hijab, come ho imparato poi. Quel giorno il caffè, si è trasformato in una chiacchierata di quasi 4 ore. Siamo diventate amiche. Da Rosanna ho imparato e sto imparando tanto. Rosanna, cresciuta in una famiglia cristiana, ha scelto di convertirsi. Ha scelto di conoscere e di conoscersi in profondità e seguire quello che il cuore le suggeriva. La sua è stata una scelta coraggiosa che ha portato avanti con gioia e umiltà. E amore. Da Rosanna ho imparato e sto imparando ad accogliere l’Altro… e l’Altro si può accogliere solo se si accetta di mettere per una attimo da parte le proprie “certezze”. Se si impara ad ascoltare, conoscere e rispettare con il cuore e senza quei pregiudizi che tutti fingiamo (o crediamo) di non avere.”

Lei vedeva in me quello che io avevo dimenticato, sepolto, soffocato. Anche io ho imparato tanto dalla nostra amicizia. Lei ancora non lo sa, ma fu un suo piccolo regalo, una trousse a forma di bambolina giapponese a liberarmi …

Alla prossima puntata!

Maria Rita & Rosanna

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