La tenerezza del Signore

Fine settimana dopo una lunga e faticosa settimana di studio. Mi unisco ad un paio di ragazze italiane per una visita al monastero di Mar Musa. Non ne avevo mai sentito parlare, mi avevano detto che era un luogo molto suggestivo , tenuto in vita da una comunità fondata da un certo Paolo Dall’Oglio. Neanche di lui avevo mai  sentito parlare prima che una delle mie compagne di viaggio mi raccontasse la sua storia. Ero molto debole quel giorno forse prossima ad ammalarmi, faceva molto caldo e il viaggio mi affatico’ particolarmente. Arrivati alle pendici del monte dove sorge il monastero scoprii a malincuore che la strada sarebbe stata lunga.

Foto di Rosanna Sirignano
Foto di Rosanna Sirignano

Un’infinità di scalini indicavano la via verso Mar Musa, verso il luogo dove gli uomini si riposano, riflettono in silenzio, dialogano, condividono emozioni. Prima di salire entrammo in un negozietto di souvenir dove scoprii come i cristiani chiamano la Bibbia in arabo… tante cose non sapevo prima del mio viaggio in Siria!

Dopo questa breve visita mi accinsi, con le mie compagne, a percorrere quella strada che pur tortuosa offriva uno spettacolo meraviglioso. Avevo da poco cominciato a leggere il Corano con occhi diversi e con il cuore ben disposto ad imparare. Tentai di parlarne alle mie compagne ma il risultato fu molto deludente. Gia’ cominciavo a percepire che la strada verso l’ Islam avrebbe presentato delle difficoltà, un po’ come la via per giungere al Deir Mar Musa.

Passo dopo passo la stanchezza aumentava, ad ogni scalino sentivo un nuovo dolore alle gambe. Il caldo rendeva la passeggiata più ardua e ogni tanto avevo bisogno di fermarmi. In compenso, il panorama era stupendo.

Finalmente, sfinita, giungo alle porte del monastero e mi volto a guardare la lunga strada che lasciavo alle mie spalle: una meraviglia!

Foto di Rosanna Sirignano
Foto di Rosanna Sirignano

Ero senza forze, avevo dolori per tutto il corpo, la testa mi scoppiava. Appena entrata cerco un posto per riposare, ma le mie compagne insistono per visitare la chiesa. Togliamo le scarpe ed entriamo, i miei piedi affaticati gioiscono al contatto con i soffici tappeti e i miei occhi si rallegrano alla vista di cuscini. Visito velocemente la chiesa e poi mi stendo per riposare. Qualcuno mi dice che presto ci sarà il pranzo e che di certo un po’ di cibo mi aiuterà a stare meglio. Chiudo gli occhi e dopo qualche minuto di silenzio, qualcuno inizia a suonare una dolce melodia con la chitarra classica, come per aiutarmi a rilassare. Mi sento teneramente accolta da quel luogo senza tempo.

foto di Rosanna Sirignano
foto di Rosanna Sirignano

Finalmente arriva l’ora di pranzo: ci sono tante persone, mi stupisco nel vedere tanti musulmani. Un ragazzo francese mi spiega che lì si offre ospitalità gratuita in cambio di collaborazione alla vita della comunità. Lui era lì da qualche tempo e mi racconta della sua straordinaria esperienza nella comunità al-Khalil. Mi riprometto di ritornarci per più giorni nel mio prossimo viaggio in Siria.  Un po’ di riflessione e preghiera lontana dalla frenetica vita cittadina mi avrebbe fatto bene!

Sento parlare di padre Paolo, la gente lo attende con molta ansia. Finalmente eccolo che arriva, tutti lo accolgono con molta gioia, i bambini lo circondano. Intanto io e le mie compagne eravamo sedute sul pavimento attendendo il nostro burghul con lenticchie. Ad un certo punto padre Paolo si avvicina e si siede…accanto a noi ! Non mi aspettavo che una personalità importante come lui, in qualche modo un autorità, potesse preferire il pavimento alle sedie! Chissà cosa mi aspettavo! non avevo ancora capito lo spirito di Deir Mar Musa!

Guardo con un po’ di fastidio le persone che quasi venerandolo, si avvicinano a lui per guarigioni o benedizioni varie. Provo delle sensazioni contrastanti nei confronti di padre Paolo, non riesco ancora a capire se mi sta simpatico o no.

I miei pensieri vengono interrotti dalla sua voce:

       “Di dove sei? come ti chiami?”

         Rosanna, gli rispondo.

        Anna è la tenerezza del Signore. Lo sapevi? ”

Ne avevo sentite circa il significato del nome “Anna” , ma questo mi era nuovo e di certo era quello che più mi piaceva.

Qualcuno porge un piatto di burghul a padre Paolo e lui ringrazia:

          yesalem idek”– poi si rivolge a noi italiane dicendo: “che Dio salvaguardi le tue mani , che bello il siriano!” Sentite come è bella questa espressione: qualcuno mi dona qualcosa e io mi auguro che le sue mani siano benedette.” 

Subhana Allah! Avevo imparato a dire ysalem idek dalle telenovele a cui ogni sera mi sottoponevo per imparare il siriano, ma non avevo mai riflettuto sul suo profondo significato. La piccola linguista che in me si riempi’ di gratitudine e gioia e così, Paolo Dall’Oglio, hai avuto la mia stima e sei entrato nel mio cuore e ovunque tu sia ysalem idak !

Foto di Rosanna Sirignano
Foto di Rosanna Sirignano

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